BAROCCO (XVII-XVIII)
Corrente
stilistica dominante nella cultura figurativa, nella musica e nella
letteratura europea dei sec. XVII-XVIII, diffusasi contemporaneamente
anche nei territori coloniali spagnoli e portoghesi. Il termine è di
incerta origine, si trova in Italia riferito alle arti figurative ma con
intento denigratorio, mentre in Francia il sostantivo baroque appare
modellato, sul castigliano barrueco, che definisce una perla dalla
superficie irregolare e bizzarra. Con il passare del tempo il termine da
un lato ha perduto ogni accezione negativa (non diversamente da quanto
accaduto a “gotico”), arrivando a connotare semplicemente un movimento
culturale di vastissime proporzioni, a volte dilatato al punto da
includervi l’intera civiltà figurativa del Seicento europeo, dall’altro è
stato applicato, per estensione, e talvolta con disinvoltura (come
“maniera” e “manierismo”), all’insieme delle manifestazioni artistiche
in cui prevalgono estro e capriccio, e dove il culto rinascimentale
della simmetria e delle proporzioni viene rivisitato da forme mosse e
spesso imprevedibili, addirittura assumendo il significato di categoria
metastorica, applicata a ogni fenomeno di degenerazione e negazione
delle regole e di dissoluzione in termini ornamentali del rigore
classicista. L’arte barocca tese, in contrapposizione ai canoni
classico-rinascimentali di misura, compostezza e rigore formale, a
conseguire effetti di vistosa grandiosità, in grado di generare un
coinvolgimento emotivo conforme al rinnovato spirito religioso imposto
dalla controriforma. All’insegna del gusto per la decorazione, per
l’effetto scenografico-illusionistico e per l’esaltazione di luce,
colore e movimento, la pittura, la scultura e l’architettura vennero
ricondotte a una sostanziale unità. La ricerca di fasto e sontuosità e
il gusto per una forte teatralità, sia nell’apparato architettonico sia
nelle vaste composizioni storico-allegoriche affidate ai pittori, sono
ben assecondati da un linguaggio che disgrega la sintassi degli ordini
architettonici tradizionali all’insegna della sorpresa e della
meraviglia. Profili curvi e mistilinei diventano dominanti
nell’architettura, che tende ad accentuare gli spazi dilatandoli e
proiettandoli verso l’infinito; così come il moto vibrante, il primato
della linea serpentinata e una certa smaterializzazione delle forme a
vantaggio delle modulazioni cromatiche scandiscono in profondità il
cammino della pittura. La mera imitazione della natura e la volontà di
emulare i modelli classici cessano di essere il fine precipuo dell’arte e
il loro posto viene preso dalla ricerca della persuasione e dalla
capacità di muovere gli affetti. In questa chiave è l’arte a ribadire il
primato sulla natura proprio in quanto dominio dell’invenzione e
dell’artificio, che nel produrre emozioni e stupore mette in campo i
parametri di una nuova realtà.
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